Oratorio della Santissima Trinità
Olfino fraz. Monzambano
Oratorio del XIV secolo.
Nonostante i
molti interventi che si sono susseguiti nel tempo, la chiesa mantiene
l'impronta romanico medievale, come testimoniano la facciata a capanna,
decorata con archetti lungo gli spioventi del tetto, il tondo
dell'occhio strombato, il portale lobato nella parte superiore, il
piccolo campanile con le quattro aperture arcuate della cella
campanaria, dove sono allocate cinque campane che fino al 1978
costituivano il “concerto di Olfino”.
Sopra l'ingresso il pannello in cotto del 1966 raffigurante le persone
della Trinità. Sul retro della chiesa i resti di un piccolo
chiostro, sede in antico di una comunità di Eremiti Agostiniani,
passata dopo il 1580 ai monaci Olivetani dipendenti dall'abbazia di
santa Maria in Organis di Verona.
Ora l'Oratorio è affidato alle sorelle di San Francesco.
L'interno della chiesa è costituito da una
navata unica con copertura a capriate e da un profondo presbiterio
rettangolare e presenta decorazioni pittoriche e a stucco che si sono
sovrapposti nel tempo.
Si riconoscono almeno due cicli di affreschi del XVI secolo, eseguiti
in tempi e da mani diverse: del primo sono rimasti lacerti sulle pareti
delle cappelle, il fronte dell'arco trionfale e la volta del
presbiterio; del secondo restano le raffigurazioni degli angeli dei
lunotti del presbiterio e i tondi degli evangelisti, già
collocati sulla volta del presbiterio e staccati e ricollocati sulla
parete di controfacciata nel corso di restauri del 1987. Gli affreschi
sono stati coperti da stucchi nel secolo XVII.
Lungo le pareti della navata, quattro archi decorati con stucchi di
personaggi biblici, figure allegoriche e stemmi abbaziali. A sinistra,
sull'arco del primo volto, entro il quale è situata la statua
del Sacro Cuore, siedono Mosè ed Elia, con tre figure femminili,
raffiguranti la Sapienza, al centro, la Giustizia e la Temperanza alle
estremità. Segue la cappella di San Leonardo, introdotta dagli
stucchi di due Sibille poste sopra l'arco, e le figure femminili,
raffiguranti la Mansuetudine al centro, la Prudenza a destra e la
Fortezza a sinistra. Nella nicchia, delimitata da due lesene a forma di
cariatide, la statua di san Leonardo. Ai lati della nicchia l'arcangelo
Michele nell'atto di colpire con la freccia Satana e l'arcangelo
Raffaele che guida Tobiolo. Sullo sfondo affrescato della cappella a
sinistra le figure dei santi Stefano e Lorenzo con i simboli del loro
martirio, a destra i santi Antonio Abate e re Luigi IX di Francia. Il
presbiterio, con volta a crociera, con angeli e grottesche, è
introdotto da un importante arco di trionfo, dove nella parte superiore
è raffigurata l'Annunciazione con l'angelo da un lato e Maria
dall'altro con Il Padre Eterno al centro. Nella parte sottostante, a
sinistra la figura della sibilla Hermofile eritrea contrapposta a
quella del profeta Isaia. Più sotto le statue di San Bernardo
Tolomei, fondatore della congregazione benedettina di Monte Oliveto
Maggiore, a sinistra e quella di San Giovanni Battista a destra. Il
presbiterio, sopraelevato dalla navata da due gradini, contiene
l'altare maggiore, addossato alla parete di fondo, posto su una
pradella di marmo rosso, di cui si evidenzia il paliotto (pannello
decorativo della parte anteriore dell'altare) ornato da tarsie
geometriche. Al centro la pala che raffigura la Trinità a cui
è dedicata la chiesa, racchiusa in una cornice in legno dorato.
Ai lati, nelle due nicchie le statue della Vergine annunciata e
dell'arcangelo Gabriele. Nella parte superiore dell'altare il gruppo
delle tre virtù teologali, la Fede a sinistra, al centro la
Carità e la Speranza destra. Nei due lunotti in alto, ai lati
del presbiterio, sopra la fascia decorativa di cherubini, sono
raffigurati gli angeli della Passione, a sinistra, e gli angeli della
Resurrezione, a destra. Proseguendo verso sinistra, si trova la
cappella di santa Francesca Romana, chiamata anche delle Vergini. Sulla
parte alta dell'attico le figure di Adamo a sinistra, della
Verginità con l'unicorno al centro e di Eva a destra. Le pareti
della cappella sono animate da figure di vergini in altorilievo, che
rappresentano Apollonia, Maria Maddalena, Barbara, Francesca Romana,
Caterina d'Alessandria, Agata e Agnese. Sul fondo della parete la
statua di Francesca Romana. Sopra il capo della statua l'affresco della
Natività. Il quarto arco, sul quale siedono Davide e Salomone, e
che ha al suo apice la raffigurazione della Pazienza, con a sinistra le
figure di un Angelo, e a destra, Adamo ed Eva cacciati dal paradiso
terrestre, introduce alla cappella della Beata Vergine del Carmine.
Costruita nel 1729 ha sul fondo l'altare in marmo, con al centro il
prezioso tabernacolo e ai lati due colonne e due pilastri in gesso
marmorizzato, che racchiudono la nicchia dove è posta la statua
della Madonna del Carmine. Di raffinata bellezza il paliotto,
realizzato secondo la tecnica del commesso marmoreo (tecnica
consistente nel “commettere” tasselli di marmo o pietre
dure secondo un disegno di partenza), con una ricca trama di elementi
vegetali.
(wikipedia)
Oratorio
Oratorio SS. Trinità
Organo
Foto Elisabetta Pavesi
Oratorio di San Giuseppe
Monzambano
Situato su un dosso nelle vicinanze del palazzo di Monte Oliveto.
Si ha notizia dell'oratorio di San Giuseppe dalla visita pastorale del 1713.
Il piccolo edificio con tetto a capanna è
preceduto da un portico sostenuto da quattro colonne, ognuna delle
quali è formata da tre colonnine di provenienza forse dal
palazzo adiacente.
Nell'interno un altare con il paliotto decorato
con motivi geometrici e il tabernacolo in marmo rosso di Verona, sul
quale è posto un crocifisso in ottone.
Sulla parete di fronte , incorniciata da marmo e
ornata da festoni, un tela dipinta da Giovanni Caliari nel 1843 che
raffigura “Il riposo della Sacra Famiglia durante la fuga in
Egitto”.
L'oratorio è di proprietà privata.
(wikipedia)
Oratorio Santa Caterina da Siena
Monzambano
Appartenente
alla Parrocchia di san Michele Arcangelo in Monzambano, diocesi di
Mantova, l'oratorio privato di Santa Caterina da Siena è situato
in Valbruna, località silenziosa e isolata, addossato al lato
nord-est del fabbricato padronale.
Le prime notizie sulla chiesa risalgono alla visita pastorale del 1666.
Costruito in tempi diversi, la chiesa ha una semplice facciata con tetto a due spioventi.
All'interno l'altare in muratura tirata a stucco con fondo a finto marmo, e decorazioni con motivi floreali geometrici.
(wikipedia)
Oratorio di San Pietro
Monzambano
Appartenente
alla Parrocchia di san Michele Arcangelo in Monzambano, diocesi di
Mantova, l'oratorio di San Pietro, con la sua semplice facciata con
tetto a capanna, svetta sopra un'altura da cui si domina un tipico
paesaggio collinare, lungo l'omonima strada.
Nominato nella visita pastorale del 1541, la chiesa conserva un
notevole altare in marmo, decorato con motivi geometrici, che riporta
gli stemmi della comunità di Monzambano.
Molto interessante l'affresco alle spalle dell'altare con la figura di
Gesù al centro tra i santi Pietro e Paolo, e nelle nicchie
laterali san Michele e san Bartolomeo, titolare e patrono della
parrocchia di Monzambano.
(wikipedia)
Oratorio di San Biagio
Monzambano
Appartenente
alla parrocchia di San Michele Arcangelo in Monzambano, diocesi di
Mantova, le prime notizie certe di un antico oratorio di Santa Maria in
Castello risalgono alle visite pastorali del Cinquecento. Di esso si
possono ancora intuire le forme della struttura romanica della chiesa,
con le tre absidi visibili nel portico adiacente all'ingresso, o il
rosone e l'arco a tutto sesto nella facciata dell'abitazione addossata
all'edificio sacro.
L'attuale chiesa, dedicata a san Biagio, presenta
una semplice facciata suddivisa da quattro lesene sulle quali corre una
fascia decorata con triglifi e metope ornate dai simboli del monogramma
del nome di Gesù, sormontata da un timpano rettangolare
affiancato da due pennacchi e con una croce in ferro alla
sommità.
Nell'interno, nella nicchia della parete di fondo
la statua colorata di san Biagio; di fronte l'altare in scagliola
marmorizzata con mensa e tabernacolo. Sopra la statua dell'Immacolata.
Tra gli arredi i quattro candelieri di buoni fattura.
(wikipedia)
Oratorio Santa Maria Annunciata
Monzambano
Appartenente alla Parrocchia di san Michele
Arcangelo in Monzambano, inserita nell'abitato del borgo, a metà
di via Umberto I, la chiesa di Santa Maria Annunciata, meglio nota come
Disciplina, dalla Confraternita dei Disciplinati che in essa avevano
sede, risale sicuramente alla prima metà del secolo XVI, come
testimonia la visita pastorale del 1541, anche se il nucleo originario
è probabile abbia origini tre-quattrocentesche.
La semplice facciata è caratterizzata dal portale in pietra, uno
dei più antichi del paese, con stipiti ed arco scanalati. Sulla
chiave dell'arco il raffinato bassorilievo con l'immagine della Madonna
che accoglie sotto il suo manto due devoti inginocchiati.
Sopra il portale, la sagoma di un rosone chiuso, realizzato con una
ghiera circolare in cotto strombata secondo il tipo quattrocentesco,
sotto il cui intonaco sono stati rinvenuti un lacerto di affresco di
buona fattura raffigurante una ghirlanda decorata con fiori e frutti
che, per assonanze stilistiche, potrebbero richiamare la scuola
mantegnesca.
Oltre la sagoma del rosone, si apre una finestra a mezza luna, a cui
segue il timpano, segnato da un cornicione poco aggettante, che chiude
il fronte esterno.
Sul fianco destro della chiesa vi sono locali di servizio adibiti un
tempo alle attività dei confratelli disciplinati. Sul retro
della chiesa il piccolo campanile, costruito dopo il 1640, che culmina
nella cella, a quattro finestre arcuate, che ospita una campanella.
La navata della chiesa è a capriata, tagliata da tre travi in
legno trasversali che sostengono la copertura in mattonelle, illuminata
da sei lunette.
Lungo la parete sinistra, situato in una cappella poco profonda, vi
è l'Altare del Crocefisso, costituito da un'ampia mensa e da un
paliotto ornato da tarsie geometriche. Il presbiterio, con copertura a
vela, rialzato rispetto al pavimento della navata, è introdotto
da un arco trionfale alla cui sommità vi è uno stucco
rappresentante l'Eterno Padre. Sulla pradella di marmo è situato
l'altare maggiore, di cui si evidenzia il paliotto ornato da tarsie
geometriche. Nella nicchia centrale la statua della Madonna del
Rosario, opera dei maestri di Ortisei.
Dal presbiterio due porte laterali immettono nella sacrestia
retrostante: sulle pareti del corridoio dell'accesso di sinistra, vi
sono immagini di santi affrescate, resti di un edificio precedente.
(wikipedia)
Parrocchia Monzambano
Nelle visite pastorali del vescovo
Giberti degli anni 1525-1542 vengono
ricordate la chiesa di Santa Maria “plebem
nuncupatam, in castro eiusdem loci sitam”, la
chiesa di San Bartolomeo, la chiesa di San
Leonardo, l’oratorio della Santissima Trinità
in Olfino, la chiesa di Santa Maria Annunciata
“Disciplinatorum”, la chiesa di San Pietro
(Fasani 1989; Saccoman 1998; Saccoman
1999), come nel 1605 (Visite pastorali 1605).
Dal 1594 la chiesa di Santa Maria aggiunge
la denominazione anche di San Biagio
(Bresciani 1955).
Nella visita pastorale del
1780, rispetto all’elenco degli oratori prima
citati, non viene menzionato l’oratorio di San
Leonardo, mentre compaiono in aggiunta la
chiesa di San Giuseppe e la chiesa di Santa
Caterina (Saccoman 1987; Saccoman 1998;
Saccoman 1999). Nel 1844 sono menzionati
l’oratorio della Santissima Trinità, la chiesa di
Santa Caterina, la chiesa di San Pietro, la
chiesa della Beata Vergine Maria detto la
Disciplina, la chiesa della Beata Vergine
Maria “in castro” (Chiarello 1977)
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