Pieve
(non più esistente)

Barbasso


La “plebs de Burbasio” è nominata nell’elenco delle pievi spettanti al vescovato di Mantova nel diploma emesso dall’imperatore Corrado II il Salico nel 1037; attestata anche nel 1295 nell'elenco delle decime di Lombardia a favore della Santa Sede.
E' certo che nel 1200, nel luogo dell'attuale chiesa e canonica, era presente una "fraternitas", una comunità di frati, quindi un piccolo convento che prestava servizio in una pieve romanica.
Nel 1076 Bernardo di Barbasso rappresentava detto Monastero.
I recenti restauri hanno portato alla luce appunto una colonna romanica del 1200 e residui di archi poggianti sulle successive colonne.


Nel territorio della parrocchia di Barbasso erano presenti gli oratori della Beata Vergine degli Angeli alla Garolda, costruito dal conte Amigoni e l'oratorio pubblico "in curia Rottadolle", già menzionato a metà Cinquecento (Putelli 1934) come chiesa campestre; alla Garolda era inoltre presente un oratorio privato nel palazzo Di Bagno (Visita Cattaneo 1676).
All'inizio del Novecento sono elencati gli oratori di San Giuseppe, della Beata Vergine Immacolata, della Beata Vergine del Rosario e, infine, quelli della Beata Vergine Lauretana a Pontemerlano e della Beata Vergine degli Angeli e dell'Angelo Custode a Quadre (Visita Origo 1901).


Oratorio Beata Vergine degli Angeli

Garolda di Roncoferraro
Parrocchia di Barbasso



Staccato da villa Di Bagno, a cui appartiene, sorge un oratorio edificato già nel 1678 per volontà del conte Amigoni della Garolda nei pressi della sua residenza. La struttura viene acquisita dai Cavriani nell’Ottocento. Lo spazio interno, con decorazioni in parte rococò e in parte tardogotiche, è suddiviso in due ambiti: l’aula e, alle spalle dell’altare, il confessorio, in origine sagrestia. Gli spazi laterali sono stati aggregati in tempi recenti. L’ancona d’altare è concepita secondo gli stilemi tipici del tardobarocco: pilastri quadrati, ruotati a 45 gradi, e sagomati in senso prospettico sostengono due angeli dorati e un’edicola con cornice a valva di conchiglia, con al centro la colomba dello Spirito Santo. Al centro il dipinto è realizzato su tavola di legno e raffigura la Madonna con il Bambino, con angeli musici e putti nell’atto di offrire frutti. Due balconi simmetrici ai lati dell’altare sono per la partecipazione dei nobili, proprietari della struttura, alle funzioni religiose.





S. Messa 23 ottobre 2021




Sagra "San Bernardino"a Garolda - 20 Maggio 2022
Santo Rosario nell'oratorio Cavriani.





Oratorio Corte San Giovanni Battista

Garolda


 sec. XVII – XIX

L'appezzamento di terra in prossimità della corte San Giovanni a cui l'oratorio appartiene era denominato il "Gesion di San Giovanni".
L’attuale cappella si suppone si trovi dove un tempo esisteva l’antica cappella dedicata a San Giovanni Battista, citata in documenti medioevali risalenti al 1005.

Da Uomini e acque a San Benedetto Po, 2010





Oratorio della Madonna di Loreto

Pontemerlano di Roncoferraro




Collocato in fregio alla strada e rivolto verso Villa Riesenfeldt di cui è pertinenza, l'oratorio è dell'inizio del Settecento.
Copia della Casa della Vergine Maria custodita nella Basilica di Loreto, è un ambiente unico con volta a botte poggiante su un cornicione semplice.
Come a Loreto, si accede all'interno tramite due porte laterali simmetriche; non esiste un ingresso frontale (sostituito da una finestra con inferriata) e le pareti non sono intonacate fino al cornicione.
Nell'ancona si trova una copia recente della Madonna di Loreto: l'originale del Settecento è stata trafugata.


In facciata, il portale cieco, con una cornice ad orecchie e cartiglio a valva di conchiglia, incornicia una finestra rettangolare. Una cimasa ad edicola con frontone curvo e volute laterali, conclude il prospetto.






Oratorio

Le Quadre di Roncoferraro




L’oratorio inglobato nella corte è aperto verso la pubblica via, secondo un modello diffuso nel territorio roncoferrarese. Si può notare infine la presenza di un muro perimetrale, ora in rovina, che cingeva l’aia secondo lo stile della “corte chiusa” e di cui ora rimangono i pilastri decorati da fasce in cotto con motivo a denti di sega.




Oratorio di Sant'Isidoro 

Poletto di Roncoferraro



(secolo XVII)

Il nome Pelagallo significa presso laghetto. Seguendo il corso del Fissero s'incontra l'oratorio del primo quarto del seicento di S. Isidoro, patrono degli agricoltori. L'oratorio assai pregevole, presenta un portico antistante, caratterizzato da un motivo architettonico a serliana, attraverso il quale si accede al corpo principale dell'edificio. L'interno è costituito da un aula quadrilatera separata mediante una balaustra dal presbiterio che accoglie sulla parete di fondo una nicchia contenente la statua di S. Isidoro.





Oratorio Santa Margherita

Caselle di Poletto
Roncoferraro




Esso è documentato da notizie storiche a partire dal XVII secolo.
L’edificio, restaurato, attualmente è in buono stato di conservazione.


Oratorio San Cassiano

Roncoferraro






La Corte S. Cassiano nasce laddove anticamente era situata l’omonima abbazia benedettina. L’antico monastero, sulla cui fondazione non si possiedono dati certi, fu donato nel IX secolo, secondo un documento matildico posteriore datato alla fine dell’anno Mille, dall’imperatore Ludovico alla chiesa di Mantova. Nel 924 l’abbazia fu distrutta, probabilmente dagli Ungheri, ma riuscì a salvarsi poiché essa viene citata come ancora esistente in un documento dell’imperatore Enrico II del 1021. Degli antichi splendori, che rendevano l’abbazia di S. Cassiano una delle più importanti nel mantovano in età medievale, resta oggi ben poco. Risulta complicato quindi il riconoscimento di eventuali resti che possono essere stati inglobati negli edifici attuali.



All'interno della chiesa di Nosedole è conservata una tela della scuola di Francesco Borgani, della prima metà del' 600, raffigurante l'Assunzione di Maria al cielo con ai piedi San Bartolomeo (con il coltello con cui fu scuoiato), San Cassiano, vescovo e martire, Sant'Anselmo e San Carlo Borromeo. Alle spalle dei santi un paesaggio di chiara derivazione veneta, pone in primo piano le rovine di una romanità immaginata.
La tela era in origine nell'oratorio di San Cassiano.




Da Uomini e acque a San Benedetto Po




Oratorio S. Nicola

Corte Casa Casaletto del Fissero
Casale di Roncoferraro

La corte ingloba l’antica parete nord della chiesa romanica di S. Nicola.
Essa presenta un fregio sotto il tetto ed una scansione irregolare di archetti pensili e nella parte centrale si può notare una mezza monofora.



Da Uomini e acque a San Benedetto Po


                                                                


Pieve di San Martino del Fissero
(non più esistente)


Da Uomini e acque a San Benedetto Po






Oratorio del Fissero
(non più esistente)


Da Uomini e acque a San Benedetto Po
                                                                 ....




Oratorio San Lorenzo
(non più esistente)

Da Uomini e acque a San Benedetto Po








Oratorio di Sant'Erasmo
(non più esistente)

Governolo

Di esso il Marani ricorda la dedica a Sant'Erasmo e la presenza di un collegio canonicale.
L'attività pastorale si spostò dalla Pieve di San Martino del Fissero, decentrata dalle direttrici dello sviluppo economico e sociale, alla cappella di Sant'Erasmo ubicata all'incontro tra Mincio e Lirone, quindi in prossimità del Po.


Oratorio S. Matteo
(non più esistente)

Nosedole

Da Uomini e acque a San Benedetto Po






Parrocchia di Cadé

Nel 1775 sono menzionati due oratori: uno, eretto per concessione vescovile il 14 luglio 1749, sotto il titolo di
San Francesco d'Assisi
e dotato da don Francesco Galeotti, l'altro, eretto nel 1762 circa, forse per concessione papale, e dotato da Girolamo Acerbi (Visita Pergen 1775).
All’inizio del XX secolo è presente invece l'oratorio de
"Le Anime"
presso il cimitero e quello di
San Zeno
presso la corte Dosso-Menini (Visita Origo 1901).


Casale di Roncoferraro

Nel territorio della parrocchia sono presenti due oratori: quello di Santa Margherita a Poletto e quello di Sant'Isidoro a Pellagallo, appartenente alla Corte Casale (Visita Origo 1901).
Nel Seicento si afferma che il primo oratorio apparteneva al monastero di Sant'Orsola di Mantova, al quale era stato assegnato in dote da parte della duchessa Margherita Gonzaga (Visita Cattaneo 1676).


Parrocchia di Governolo

Nel territorio della parrocchia a metà Cinquecento è presente la chiesa della Natività di Maria Vergine, posta tra la chiesa di Barbasso e quella di Governolo, di giuspatronato della famiglia Riva (Putelli 1934).
Nel 1676 si elencano numerosi oratori: uno intitolato ai Santi Firmo e Ignazio martiri, della società del Rosario; un altro a Motta, di diritto della famiglia Grossi; un terzo di San Martino del Fissero, di proprietà del conte Federico Mastini; un quarto di San Leone; infine la chiesa che una volta faceva parte del convento dei Padri Minori di San Francesco da Paola, soppressi dal Pontefice: il vescovo ordina che venga abbattuta e utilizzato il materiale per ampliare la chiesa parrocchiale, oppure che si trasferisca qui la parrocchiale stessa (Visita Cattaneo 1676). 

Agli inizi del Novecento l'unico oratorio menzionato è quello della Beata Vergine Immacolata (Visita Origo 1901). 


Parrocchia Roncoferraro

Nel territorio parrocchiale si trovano a metà Seicento due oratori, uno a San Cassiano ed uno a San Giovanni, presso la corte di Giovanni Battista de Platiis, una volta della marchesa Caterina Gonzaga, ricostruito in quegli anni su uno preesistente (Visita Cattaneo 1676).
Nella visita pastorale del vescovo Pergen del 1776 sono ricordati i medesimi oratori: quello intitolato a San Cassiano, che in quel tempo appartiene a Giulio Cesare Muti, canonico della Cattedrale di San Pietro di Mantova, e l'altro intitolato a San Giovanni Battista, di ragione ancora della famiglia Platti (di Antonio Maria Platti per la precisione).
Ancora nel Novecento sono segnalati, anche se hanno cambiato il proprietario: San Cassiano è del signor Poncini e San Giovanni del signor Valentini (Visita Origo 1901). [G. Ann.]



Parrocchia Villa Garibaldi

Nel territorio della parrocchia è presente l'oratorio di Sant'Antonio abate in frazione Bazza, che nel Seicento è detto annesso alla casa di Antonio Dalla Valle (Visita Cattaneo 1676), un secolo dopo risulta di patronato di Domenico Todeschini (Visita Pergen 1775) e all'inizio del Novecento è detto appartenere ad Antonio Nuvolari (Visita Origo 1901).