Santuario Santa Rita

Pellaloco Roverbella




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Oratorio di Santa Lucia 

Roverbella


(secolo XVIII)







Oratorio San Giovanni Battista

Castelletto Borgo Roverbella



Nella località è presente l’Oratorio di San Giovanni Battista, nella Corte di Castelletto Cavalli, che viene citato per la prima volta all’interno di documenti storici risalenti al 1647. Si presume che la Parrocchia di Roverbella fosse fino ad allora priva di chiese campestri o di piccoli oratori aperti.
Il Visitatore Pastorale che vi si recò nel 1647 lo trovò “con un solo altare custodito da un eremita”. L’Oratorio ricadeva nel “diritto” del Conte Biondi che lo reclamava per sé, in contrasto con il Vescovo il quale lo riteneva “di diritto” della Parrocchia di Roverbella.
Nel 1714 l’Oratorio diviene “di diritto” del Conte Michele Biondi che lo ottiene a fronte dell’impegno di dotarlo di una biolca di terra, come si può leggere nel documento stipulato in data 18 agosto 1713. Dalla medesima documentazione si evince che in quel periodo l’oratorio era custodito dall’eremita Paolo Panetia Veronese.




Cappella del cimitero

Roverbella






Cappella del cimitero

Pellaloco







 


Parrocchia di Canedole

Nel 1544 la parrocchia di Canedole (Roverbella) ha soggetta la
chiesa campestre di San Nicola di Prestinari

Nel 1676 sono segnalati un oratorio presso la
"curia" del marchese Ferdinando Ippoliti, recintato e chiuso, e un sacello presso la chiesa parrocchiale in un prato, celebrato talvolta in devozione alla Vergine; infine la chiesa campestre a Prestinari, una volta di San Nicola, interdetta dal vescovo Vitali perché non frequentata, ora profanata e chiusa. Nella stessa visita pastorale si afferma che il vescovo autorizza la
distruzione della chiesetta, previa trasporto dell'icona nella chiesa parrocchiale (Visita Cattaneo 1676). La chiesetta fu poi riedificata e la si trova menzionata sotto la parrocchia di Castiglione Mantovano.


Parrocchia di Castiglione Mantovano

Nella visita pastorale dell'anno 1544 è nominata una chiesa parrocchiale intitolata a Santa Lucia, nell'omonima località; nello stesso anno si afferma che nel territorio della parrocchia di Castiglione Mantovano è presente anche la chiesa campestre di San Rocco di Pellaloco (Putelli 1934).
Nel 1676 si menzionano altri due oratori: quello di San Pietro, dove si celebra solo un paio di volte l'anno, e l'oratorio di Malavicina, per il quale gli abitanti del paese eleggono un sacerdote, approvato dall'ordinario diocesano, al quale corrispondono 60 scudi per le celebrazioni (Visita Cattaneo 1676).
L'oratorio di Prestinari, fino alla visita pastorale del vescovo Cattaneo del 1676 menzionato sotto Canedole, risulta, nel 1714, di pertinenza della parrocchia di Castiglione Mantovano (Visita Arrigoni 1714). Di esso veniva autorizzata la demolizione nel 1676. Fu riedificato nel 1710 dai fratelli Betti di Verona e intitolato a Sant'Antonio da Padova (Visita Arrigoni 1714; Visita Pergen 1775).
All'inizio del secolo XX è segnalata la presenza degli oratori di Prestinari (in rovina), di proprietà del barone Franchetti, e di quello di Santa Lucia, di proprietà del marchese Di Bagno (Visita Origo 1901).


Parrocchia di Pellaloco

Menzionata nella visita pastorale del cardinale Ercole Gonzaga, vescovo di Mantova, nell'anno 1544, come chiesa campestre sotto la parrocchia di Castiglione Mantovano, la chiesa di Pellaloco non conserva ancora il Santissimo Sacramento e non possiede il fonte battesimale, per cui l'amministrazione dei sacramenti avviene con licenza del rettore di Castiglione Mantovano (Putelli 1934). Venne eretta in parrocchia nel 1631, con beneficio parrocchiale fondato dalla nobile signora Murari Brà poi Betti, che ne mantenne il diritto di patronato.


Parrocchia di Roverbella

Nel territorio parrocchiale si trova un unico oratorio, nella frazione di Castelletto, intitolato a San Giovanni Battista, appartenente agli eredi della contessa Biondi almeno dal secolo XVII e fino all’inizio del Novecento (Visita Cattaneo 1676; Visita Origo 1901).


Parrocchia di Santa Lucia

Nella visita del 1676 si parla della chiesa di Santa Lucia come di un semplice oratorio, che si crede di patronato del marchese Ferdinando Ippoliti, il quale ne teneva le chiavi (Visita Cattaneo 1676).